Recap
Chiara Bettazzi
RECAP
z2o Project, Roma
23.04 - 31.05.2024
«Passava buona parte della sua vita a spostare le cose di pochi centimetri in qua e là,
come se per tutto ci fosse un posto perfetto»
Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron.
La mostra si pone l’obiettivo di presentare un riepilogo del percorso artistico dell’artista, presentando una selezione di cicli di opere fotografiche prodotte tra il 2019 e il 2023. Contrariamente a essere un mero riflesso di ciò che è stato, Rəcap si propone di catturare l’attualità, attraverso una rielaborazione dal passato, rispecchiando fedelmente l’approccio contemporaneo dell’artista al medium fotografico. Piuttosto che una rievocazione del passato, questa mostra si configura come un istante di memoria, una testimonianza di un momento installativo.
Rəcap si distingue per la varietà di formati fotografici proposti, dando vita a nuovi collage, dittici e trittici mai sperimentati prima, che evocano l’antica tradizione delle pale d’altare, avvicinandosi sempre di più al genere della natura morta. Le fotografie vengono reinventate e combinante in modi inediti, richiamando l’approccio dell’artista che, nella sua prassi lavorativa, si dedica al recupero e alla reinterpretazione di oggetti e installazioni.
A completare la mostra troviamo dei discreti agglomerati scultorei composti da basi di tavolo, sedie, colonnine di cemento, oggetti carbonizzati, vetri e ceramiche che abitano lo spazio al pari delle fotografie, le une facendo eco alle altre. In questo modo nature morte, composizioni plastiche, oggetti in posa e autoritratti mancati sono tutti coinvolti nel rendere conto dell’oggetto, che è e continua a essere protagonista delle sue immagini e della sua pratica artistica. Si tratta di oggetti ricercati sul territorio ma anche di elementi che appartengono al suo archivio, riutilizzati in modo sempre diverso e personale nelle sue installazioni.
Il riuso degli oggetti conduce ad una loro frammentazione, che permette all’artista infinite possibilità combinatorie che danno luogo a racconti sovrapposti che intrecciandosi generano composizioni inedite e danno origine a nuove storie. La ricerca concettuale e artistica di Chiara Bettazzi si muove così dalle macerie del passato, ovvero dalla memoria degli oggetti che lo hanno preceduto, in un processo metamorfico di rigenerazione incessante e riattualizzante, che apre a nuove intuizioni e possibilità di senso. Ogni oggetto si presenta come una forma in divenire modellata sia dallo sguardo dell’artista sia dallo spazio circostante. Chiara Bettazzi, infatti, contempla non solo la sostanza fisica degli oggetti ma ancor di più la loro essenza formale, portandoli ad oltrepassare il loro tempo lineare per immergersi in una dimensione atemporale. Le cose, in questo modo, non sono prigioniere delle loro storie pregresse ma si ergono come archetipi, simboli viventi che si reincarnano in nuova Epifania.
In questa prospettiva, i medium si trasformano in confini elastici e permeabili, dove le loro peculiarità si mescolano liberamente per addentrarsi nella sfera di significato di altri medium. Così, come l’istallazione si fa fotografia, la fotografia si fa scultura, in uno scambio continuo e reciproco in cui ogni lavoro, al pari degli oggetti dell’artista, diventa a sé stante e dipendente allo stesso tempo.
SC17